Inserita in un ambiente naturale di particolare valenza, l'area archeologica è relativa ad un insediamento indigeno caratterizzato, per la fase lucana (IV secolo a.C.), da monumentali fortificazioni in blocchi squadrati e con porte di accesso alla città. All'interno delle mura sono visitabili quartieri abitativi realizzati già a partire del VI secolo a.C., eccezionalmente fiancheggiati da assi stradali (non sono noti, al momento, altri esempi nella Basilicata indigena). La straordinaria importanza di questo insediamento indigeno deriva dalla sua posizione strategica, a circa 1000 metri di altezza, che consente il controllo dell'alta valle del Basento e, dunque, di uno tra i principali itinerari di collegamento tra la costa ionica (con le colonie di Metaponto e di Siris-Herakleia) e la Campania (con la colonia greca di Poseidonia e le città etrusche di Capua e Pontecagnano). Nell'area immediatamente esterna alla fortificazione è stata rinvenuta una necropoli di VI -V secolo a.C., che ha restituito corredi funerari con ceramiche figurate di tipo greche, gioielli in oro e ambra, rare armature di tipo greco. Si tratta delle sepolture di quei basileis (re), ricordati dalle fonti antiche anche come discepoli della scuola di Pitagora, attiva a Metaponto. Da segnalare, a Serra di Vaglio, un'importante esperienza di archeologia sperimentale che ha permesso di ricostruire completamente con tecniche antiche uno degli edifici di IV secolo a.C.

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