Il nome di
Grande Grecia era già auge presso gli storici del IV
secolo. Sembra che in principio la denominazione fosse limitata
alla zona della
costa jonica con le città di Locri, Metaponto,
Sibari, Crotone, Siris e che in seguito si sia
estesa anche a Reggio Calabria e Taranto. La
colonizzazione Ellenica della Magna Grecia ebbe inizio
nell'VIII secolo a.C., continuò fino al V con la fondazione di
Turio. Così potremmo dire che le fondazioni di Cuma,
Reggio, Crotone, Sibari, Metaponto e
Taranto
sono da collocarsi nell' VII sec. quelle di Caulonia,
Locri e
Siris nel VII, mentre Posidonia e
Metauro nel VI secolo a.C. Le correnti migratorie si sogliono
distinguere a seconda delle regioni della Grecia da cui
provenivano, così possiamo indicare distinguendo le varie
correnti migratorie: i Dori (gli Spartani), Taranto ed Eraclea;
gli Achei (dalla provincia Acaia), Sibari, Crotone, Metaponto; i
Calcidesi (provenienti dall'isola di Eubea), Locri; i Colofoni,
Siris.
Siris
, l'attuale
Nova Siri, fu la
città che ebbe la vita più breve. Anche la sua storia è quanto
mai difficile da costruire. Il testo più ampio e insieme più
preciso in cui si parla delle origini e delle vicende di Siris è
un passo di Strabone. Secondo il geografo la città di
Siris, era stata fondata
dai Troiani. Più tardi, quando, Eraclea fu colonizzata dai
Tarantini; divenne il porto di Eraclea, da cui distava
ventiquattro stadi, mentre da Turi trecentotrenta. Come riprova
del fatto che Siris sarebbe stata fondata dai Troiani, si indica
la statua di legno, di Atena Iliaca: statua che si trovava
appunto in questa località. La leggenda voleva che questa statua
avesse chiuso gli occhi quando i cittadini che avevano cercato
rifugio nel santuario, ne furono trascinati via dagli Joni che
presero la città. Costoro venivano a colonizzare la regione per
sfuggire al dominio dei Lidi, si impadronirono della città che
apparteneva ai Chioni e la chiamarono Polieion. Circa
l'ubicazione di Siris, Strabone la ubica nel vero sito, tre
migli lontano da Eraclea e quarantuno da Turio, posta sul lato
destro del Sinni e poco discosta dal mare. La città aveva forma
di triangolo molto allungato. L'area della città era posta
nell'area di Nova Siri, gia Bollita, e parte di quella di
Rotondella. L'estensione posta nell'agro di
Nova Siri, porta il nome di Ciglio dei Vagni, la parte
nell'agro di Rotondella appartiene all'area della Trisaia.
La fertilità e la laboriosità degli abitanti fecero della
Siritide una terra "amena ed ospitale" tanto da suscitare le
invidie delle colonie limitrofe dai Sibari, Metaponto
le quali, alleatesi con Crotone, invasero la Siritide e
distrussero la capitale Siris nel V secolo a.C. Gli scampati
cercarono rifugio sulle alture vicine ad un gruppo di loro si
fermò su un colle ove sorgeva una necropoli sirita. I
conquistatori romani denominarono il colle "Castrum
boletum" e lo usarono come fortilizio.
I testi riportati in questa pagina sono stati
presi, provvisoriamente, da volantini culturali messi a
disposizione dall'associazione culturale SUD "Gigi Giannotti".. |