Nova Siri paese
Nova Siri Centro
Gallery di
Nova Siri paese
La bizantizzazione
dell'Italia meridionale ha lasciato le sue impronte anche a Nova Siri,
particolarmente nel castello, del tutto simile a un "Kastrum" ossia una
masseria fortificata di chiara fattura bizantina. Nei registri della
cancelleria Angioina "Bullite" volgarizzazione di Boletum, risulta feudo
di tal Giovanni di Monforte, nel 1269 di Dryvone di Belvedere nel 1310 è
presente anche un clero. La rifeudalizzazione spagnola assegno
Boleto ad un capitano d'armi di Ferdinando il Cattolico, Pedro
Sandoval de Castro. E' da notare che Boleto rientrava entro i confini
calabresi e vi rimase fino al 1816 anno in cui venne assegnato alla
Basilicata. Il nome di Castro è rimasto famoso nella storia della
letteratura per l'estro poetico del figlio Diego, il cui nome è legato a
quello della poetessa di Favale, Isabella Morra. Ambedue uccisi per una
presunta relazione amorosa.
Bollita vanta di essere stata
la culla della famiglia Settembrini in particolare di Luigi, insigne
letterato e patriota, di Francesco Antonio Giampietri, avvocato e
consigliere personale del re di Napoli, Ferdinando di Borbone. Nel 1872
un decreto di Vittorio Emanuele II, il nome di Bollita venne cambiato in
Nova Siri.
I luoghi:
a marina di Nova Siri a 100 metri dal passaggio a livello troviamo Torre Bollita:
Gallery di
Torre Bollita
è una costruzione
cilindrica eretta nel 1520 per volere del vicerè di Napoli De Toledo a
salvaguardia delle invasioni di pirati turchi. Era una torre "cavallara"
cioè che ospitava delle guardie regie a cavallo le quali, quando
avvistavano navi turche, correvano ad avvisare i coloni nelle campagne
perchè trovassero rifugio nel vicino bosco, o nella stessa torre. Torre
Bollita, detta anche Torre di Ferro per lo spessore dei suoi muri, e per
le difese che offriva (i finestrini ovali sotto il tetto erano usate
come feritoie per sparare sugli assalitori), vennero costruite molte
altre lungo la costa Jonica.
Risalendo, in direzione di Nova Siri paese, dopo il bivio, in località Ciglio dei Vagni, troviamo il complesso Termale e la grande Villa Imperiale:
costituisce il monumento antico più conosciuto di tutto il nostro territorio. Il luogo è detto da alcuni l'antica Lagaria, mentre altri vi riconobbero uno dei quartieri dell'antica Siris, diviso dal resto della città dell'approfondimento Pantanello. La grande villa è posta sul Ciglio dei Vagni, il quale costituisce il primo rialzo delle colline sul mare, tra il torrente Toccacielo e il fosso Pantanello. L'area della villa occupa tutto il piano della collina e si divideva in nuclei staccati, come ci indica la disposizione sparse sul terreno soggetto ad aratura, mentre negli altri complessi, conservati fin negli alzati delle murature, sono disposti sulle pendici della collina verso il mare e scendevano ad occupare l'antica litoranea Jonica, conservata ancora nel suo tracciato al principio del secolo nel tratturo regio, e ancora documentataci dalla Taverna che ha dato il nome alla piana bassa, la qale costituiva una stazione di albergo e ristoro per i viandanti che percorrevano la litoranea.
Proseguendo in direzione Nova Siri paese, arrivati al bivio Pietra del Conte, prendendo la vecchia S.S. 104, dopo circa 900 metri svoltando a sinistra, in contrada S.Alessio ci sono le Vasche di S.Alessio:
Gallery delle
vasche di S.Alessio
sono ancora in funzione
delle vasche di origine romana che si colmano continuamente di acqua da
un semplice ma ingegnoso sistema di sifoni. Nella vasca centrale avviene
una continua polluzione di acqua limpida e depurativa che nei tempi
passati (e anche quelli presenti) erano il toccasana di alcuni malanni.
L'età della costruzione coincide con la conquista romana della
Siritide strappata all'egemonia dei Tarantini. Una via romana
collegava
Castrum Boletum alla Villa Imperiale, passando lungo l'argine del
torrente Toccacielo. Secondo un'antichissima leggenda qui vi
sarebbe avvenuto un incontro non proprio "conventurale" tra un frate ed
una suora per cui ripetendo ritmicamente l'espressione "U Monac e a
Monac" l'acqua aumenterebbe a vista d'occhio di polluzione.
Risalendo, in direzione di Nova Siri paese, troviamo una cappella, la Cappella della Madonna della Sulla:
Gallery della
Cappella della Sulla
venne costruita verso la
fine del 1600 come oratorio extramoenia. In quel tempo a
Bollita viveva una confraternita di dieci parroci e di diaconi
durante l'estate, per ovviare alle esalazioni dei cadaveri sepolti sotto
il pavimento della Chiesa Madre, frequentavano l'oratorio per le sacre
funzioni. Nelle immediate vicinanze, da tempi remoti, si celebra il 21
agosto di ogni anno una fiera, che fino a trent'anni fa durava tre
giorni.
Nel centro storico di Nova Siri, nel rione Porticella, troviamo la Chiesa madre di S. Maria Assunta:
Gallery Chiesa
Madre
ha forma rettangolare con
una abside a semicerchio sul lato corto rivolto ad est ed è divisa in
tre navate: una centrale abbastanza grande e due laterali molto anguste
comprese tra due file di arcate a tutto sesto che richiamano lo stile
tardo rinascimentale. Sul fondo è situato l'altare maggiore in marmo
chiaro fatto erigere dal Vescovo di Anglona-Tursi, Giulio Capece
Scondito intorno al 1730 e, alle spalle di esso nell'abside, c'è il
coro, stupenda opera di falegnameria in legno eseguita da artisti
lagonegresi nel 1735. Sul muro della navata di destra, entrando, c'è una
nicchia con una statua di S.Maria delle Grazie, con un altarino
addossato. Una lapide ricorda un restauro avvenuto nel 1816 dal prefetto
di polizia borbonico Francesco Antonio Giampietri, originario di
Bollita, e
perito durante la rivoluzione napoletana del 1821. Il campanile è stato
rifatto nel 1866 perchè crollato per l'effetto del sisma del 16 dicembre
1857.
Sempre nel centro storico si può visitare il Castello:
Gallery
Castello
è un poderoso edificio
situato sulla parte più alta del colle dal quale si gode il vasto
stupendo panorama della marina fino a Taranto. La costruzione risale
intorno alla fine del 1300. Tra i primi feudatari, troviamo la famiglia
spagnola dei Castro Sandoval ricorda per la figura di Diego, castellano
di Cosenza e di Bollita, che, per una sua corrispondenza epistolare con
Isabella Morra, feudataria e poetessa della vicina Favale, attuale
Valsinni, subì la morte per mano dei fratelli Morra. Essendo abitato, il
castello ha perduto gran parte della sua primitiva architettura a causa
dei continui rifacimenti; comunque sono rimasti intatti il portale, i
muri perimetrali e un torrione. L'ultimo feudatario è stato il duca
Francesca Crivelli ricordato da una lapide marmorea addossata alla
destra del portale sulla quale è inciso, in latino, l'impegno del duca a
far giungere periodicamente da Bari, a sue spese, alcuni missionari per
funzioni sacre. La costruzione del castello è da attribuirsi ai nuovi
insediamenti bizantini nel mezzogiorno caratterizzati dai Kastra, cioè
luoghi fortificati.
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